Orazio Zanotto
Il terremoto ed il silenzio di Dio
Riflessioni dopo il terremoto di L' Aquila del 2009
(testo rivisto il 1° febbraio 2019)
L'incipit
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- Che mi dici di quel Dio Amore, del quale mi hai sempre parlato? Che risposta mi dai sulle sofferenze di tante persone, vittime di una catastrofe così grave, come quella appena accaduta a L'Aquila? Allora, se Dio vuole tanto bene all'uomo, perché ha permesso tanto strazio? E se Dio è anche Giustizia, perché non se l'è presa soltanto con coloro che una disgrazia così se la saranno forse meritata? Perché se l'è presa anche con gli innocenti, con gli inermi e con coloro che, tra i tanti, avranno forse cercato di essere fedeli ai suoi insegnamenti? Ci sarà stata pure qualche persona giusta in mezzo a tante.… Hai una risposta a tutto questo?
L’amico è davvero rabbuiato, teso, e dal tono della voce intuisco che sta attendendo una risposta immediata e credibile, senza giri di parole.
Còlto di sorpresa, rimango un istante in silenzio, chiudo gli occhi, riordino le idee e chiedo aiuto allo Spirito Santo per una risposta che non sia semplicemente evasiva.
" Amico - replico - non sei il solo a porti queste domande. In analoghe circostanze, in molti lo abbiamo fatto prima di te e chissà quanti altri ancora si chiederanno la stessa cosa in avvenire. Per il cristiano, perché sostenuto dalla fede, la risposta è certa ed accettata, anche se a volte con rassegnazione: se Dio ha permesso ciò, è perché comunque questo avvenimento è inserito nella storia di recupero e di salvezza dell'uomo, secondo un progetto per noi imperscrutabile, ma certamente un progetto di Amore. Capisco, si tratta di un’affermazione apparentemente irrazionale, che solo con l’aiuto della Grazia si può cogliere. La disobbedienza dei nostri progenitori ha prodotto deleterie conseguenze non soltanto nel genere umano, ma anche nella Creazione intera, corrompendone la perfetta armonia. Quella terra, che l'uomo era stato demandato a soggiogare e a dominare, e a prendersene comunque cura, si è ribellata e continua ancor oggi, di tanto in tanto, a ribellarsi a lui. Come fu per Adamo ed Eva, l'uomo continua a ribellarsi al suo Creatore con atteggiamenti di supponenza e di autosufficienza, e la Creazione continua a ribellarsi all’uomo."
L’amico rimane perplesso e non sembra convinto. Poi, sbrigativamente riprende: "Troppo semplice, o, forse… troppo complicato. Mi aspettavo che una risposta l'avresti comunque trovata, ma non mi convince. Ne riparleremo con più calma in un’altra occasione. Ci devo pensare…. Tanti auguri di Buona Pasqua a te ed alla tua famiglia. Grazie della visita. Fatti vedere più spesso! Ciao."
Ci lasciamo con una forte stretta di mano, ed io lascio l'ufficio chiudendo lentamente la porta dietro di me.
Sono mortificato per l’amico che temo sia veramente arrabbiato con il Signore.
E’ il giovedì santo. Questa sera Gesù istituirà l’Eucaristia e sarà l’inizio della sua Passione. Domani salirà il Calvario offrendosi totalmente al Padre sulla croce, vittima per i nostri peccati.
C’è una spiegazione razionale a tutto questo? – mi chiedo. Signore - continuo - donaci luce per comprendere il mistero d’amore racchiuso nella tua passione e morte e risurrezione."
Scendo le scale con questi pensieri e quasi non mi accorgo dei saluti e degli auguri di altri amici, che ricambio fugacemente.
Già - ripenso - l’uomo si ribella a Dio, la Creazione si ribella all’uomo…, forse c’è una relazione dinamica tra queste due realtà. Ma la Parola di Dio cosa mi dice?
E con questo interrogativo mi dirigo verso casa.
La Parola di Dio.
Penso che il primo criterio di ricerca sia proprio quello di andare alla fonte e, in questo caso, alla Parola.
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La Creazione.
Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra; soggiogatela e dominate…
(Gen 1,27-28)
Non v’è dubbio che, fin dall’origine, e per ordine divino, la tutta Creazione aveva come scopo la gloria del Creatore ed era stata posta a servizio dell’uomo, al quale era stato assegnato il compito di custodirla.
Dio - uomo - natura: tutto era in perfetta armonia!
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Infatti:
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco,
era cosa molto buona.
(Gen 1,31)
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La Caduta.
Adamo ed Eva, sedotti dal serpente - il diavolo, presumendo di diventare come il loro Creatore, e nonostante l'’avvertimento di ciò che ne sarebbe derivato, si ribellarono e violarono il limite che Dio aveva loro imposto.
Ed ecco:
Alla donna [Dio] disse:
«Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà».
All’'uomo disse:
«Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie
e hai mangiato dell'albero,
di cui ti avevo comandato:
Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!...
(Gen 3, 16-17)
Le conseguenze furono (e continuano ad essere), dunque, drammatiche e terribili per chi aveva avuto l’opportunità di conoscere e sperimentare la perfezione della Creazione.
Da allora, la relazione tra l’uomo ed il suo Creatore e tra l’uomo e la Creazione iniziò a subire un processo di deterioramento che, se pur con fasi alterne, ancora oggi continua.
La Bibbia riporta alcuni episodi di gravi disordini morali ai quali fecero seguito altrettante gravi calamità naturali (tra i più noti: il diluvio universale, la distruzione di Sodoma e Gomorra, ecc.).
I nostri padri li definirono “castighi di Dio”. Io penso che, in realtà, anche oggi siano logiche conseguenze della gravità sempre più manifesta del peccato dell'uomo.
Dio, però, è Amore. Non potrà verificarsi situazione di peggiore caduta dell’uomo che non vi sia sempre al di sotto di lui la mano del suo Signore, pronta a risollevarlo, purché egli lo richieda con sincero pentimento.
Ecco! Forse qui sta la chiave per comprendere: Dio ama ciascuno di noi e ciascuno di noi può amare liberamente Dio, ma può anche rifiutarsi di farlo: è il libero arbitrio.
La peculiarità dell’amare è quella della libera scelta. Non può esistere la costrizione ad amare. Non sarebbe amore!
Tuttavia, se all’uomo è stata data la libertà di fare le proprie scelte, egli deve essere anche consapevole che ogni sua azione produce un proprio effetto. Non è, infatti, pensabile che fare un tipo di scelta o farne una esattamente opposta produca il medesimo effetto.
Ecco perché sono fermamente convinto che non possiamo muovere rimostranze a Dio per le calamità naturali.
Come detto in precedenza, Dio-uomo-natura, tutto era in perfetta armonia, all’inizio!
L’uomo ha corrotto quest’armonia con il peccato originale, coinvolgendo l'intera Creazione.
Purtroppo, ciò non è avvenuto una volta per tutte.
Poiché l’uomo ha continuato e continua a peccare, la relazione tra lui e la Creazione è in continua evoluzione, è dinamica, anche se non possiamo dire che i tempi tra causa ed effetto siano sempre immediati e mirati ai singoli responsabili.
I Profeti.
In Geremia leggiamo:
"Così anche la terra hai contaminato
con impudicizia e perversità.
Per questo sono state fermate le piogge
e gli scrosci di primavera non sono venuti."
(Ger 3,2-3)
L'Apostolo Paolo.
Scrive S. Paolo:
“La Creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la Creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;…”
(Rm 8,19-22)
Non mi è difficile individuare le cause moderne che contribuiscono a peggiorare gravemente questa relazione.
Sono le stesse citate dall’Apostolo in Rm 1,21-32:
"... essi [i pagani] sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio [attraverso le opere da lui compiute], non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa."
Tutto parte dal deterioramento della relazione tra l’uomo e il suo Creatore, propagando le deleterie conseguenze alla relazione uomo-uomo e uomo-Creazione.
Se è così impressionante ciò che S. Paolo scriveva ai Romani (pagani), cosa direbbe lo stesso Apostolo oggi a noi, cristiani del nostro tempo, di fronte ad una situazione che si ripete in termini, oserei dire, identici a quelli di allora?Tornando ancora sull’argomento della dinamica causa-effetto, credo sia opportuno ricordare quanto avvenne sul Calvario, come riportato dall'’evangelista Matteo:
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“... e Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono…”
(Mt 27,50-51)
Non è forse stata la reazione della natura al più grave dei delitti commessi dall’umanità?
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Caro amico, come potrai riscontrare, a questo punto la situazione si ribalta: vogliamo noi pretendere da Dio una ragionevole giustificazione degli eventi dell'Abruzzo (e di tanti altri luoghi colpiti da calamità…) o, piuttosto, non spetterebbe a Lui il diritto di chiedere contezza a noi delle nostre infedeltà e delle nostre azioni malvagie?
C’è da meditare parecchio…
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Ti ringrazio per avermene offerto lo spunto.
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